Emiliano e Di Maio
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Politica

Di Maio in Fiera del Levante: «Con la legge di stabilità incentivi a imprese innovative»

Il vice premier: «Vertenza ILVA risolta senza esuberi. TAP? Restiamo per il no. Presto una legge contro aperture nei festivi dei centri commerciali»

Mattinata in Fiera del Levante per il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, nonché vice premier, Luigi Di Maio. Il ministro pentastellato ha visitato visitato gli stand della campionaria, accompagnato dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano presso il Modulo 1 della Fiera, dove trovano spazio le eccellenze del territorio regionale.

Tra i motivi della visita in Fiera del Levante c'era anche l'approfondimento dell'asse fra Bari e Matera, capitale della cultura 2019, con l'incontro tenuto presso il padiglione del Comune sul tema "Bari città connessa", alla presenza del sindaco Antonio Decaro.

Al centro della discussione le nuove riforme del governo sul lavoro. L'esecutivo giallo-verde fra M5S e Lega, attivo da poco più di tre mesi, discute sulla prossima Legge di Stabilità, che prevede reddito di cittadinanza e flat tax come punti cardine. «Se abbiamo detto ai cittadini che questa Legge di Bilancio sarà coraggiosa e manterrà i conti in ordine - continua il vice presidente del Consiglio - è perché vogliamo fare qualcosa di coraggioso come mantenere le promesse elettorali. Non c'è solo il reddito di cittadinanza: da ministro dello Sviluppo economico sto affrontando un pacchetto di semplificazioni per le imprese e stiamo mettendo in campo una serie di misure che rappresentano incentivi alle aziende innovativi per sostenere l'acquisto di nuovi macchinari, l'assunzione di giovani esperti in materie tecniche. Abbiamo tantissimi progetti allo studio: il reddito di cittadinanza resta un punto cardine che si deve fare, ma ci sono anche tante misure per commercianti, piccoli, medi e grandi imprenditori».

Parlando di commercio, Di Maio annuncia: «Entro l'anno approveremo una legge che impone lo stop nei weekend e nei festivi a centri ed esercizi commerciali. Ci saranno turnazioni, ma l'orario non può essere più liberalizzato come fatto dal governo Monti, perché così si distruggono le famiglie italiane».

La novità annunciata ieri dal ministro è un "codice del lavoro", che di Maio spiega in questi termini: «L'Italia non ha solo bisogno di nuove leggi, ma di eliminare tante leggi che ci rendono la vita un inferno perché non riusciamo a capire quale si applichi ai problemi che stiamo vivendo. Avevo promesso che avrei abolito 400 leggi inutili, e cominciamo ad eliminarne 140 in un solo colpo, ovvero quelle che ormai sono la giungla delle imprese e dei lavoratori. Quando c'è un problema sindacale o amministrativo di un'azienda non sappiamo a quale legge far riferimento. Ne creeremo una sola che istituisce il nuovo codice del lavoro: il progetto è già pronto e penso a una legge-delega che ci consenta di emanare questo codice. Riporteremo un po' di sorriso sul volto di tanti consulenti del lavoro, imprenditori e lavoratori».

Un'occasione anche per fare il punto su infrastrutture e società partecipate all'indomani del crollo del ponte Morandi a Genova. «Questo governo - afferma Di Maio - rivendica il diritto di poter gestire le proprie partecipate in maniera etica, tutelando i soldi delle tasse dei cittadini. Per esempio, credo che le società partecipate dello Stato dovrebbero smetterla di fare pubblicità sui giornali, perché non è chiaro se quegli spazi sono acquistati per promuovere il brand o per fare un favore alla stampa. Nei prossimi mesi rinnoveremo le governance di tante partecipate che ho il sospetto stiano tenendo in vita molti gruppi editoriali che scomparirebbero senza quelle grandi pubblicità. In corso c'è il monitoraggio delle infrastrutture; troppo tempo si è perso. Abbiamo dei sensori che ci permetteranno di monitorare lo stato di salute di ponti, viadotti e cavalcavia. Una volta installati li dovremo mettere a regime; un grande rammarico perché poteva essere fatto tre o quattro anni fa, dato che queste tecnologie erano già in nostro possesso. Ad agosto c'è stata la tragedia del ponte Morandi di Genova e ci sono dei responsabili, che si chiamano Autostrade per l'Italia, Atlantia e Benetton. Dovevano manutenere qual ponte e non l'hanno fatto; non non solo gli toglieremo le concessioni, ma non possono nemmeno pensare di farla franca maneggiando un plastico o facendosi belli in conferenza stampa. Autostrade avrà un'altra brutta sorpresa: il ponte lo deve costruire un'azienda di stato come Fincantieri perché dobbiamo monitorare i lavori. Non farò costruire il ponte a chi l'ha fatto crollare».

Su ILVA Di Maio aggiunge: «A Taranto dobbiamo lavorare più che in ogni altra città per recuperare il tempo perso. A causa della dipendenza da una sola azienda Taranto è diventata un deserto. La vertenza ILVA si è conclusa con zero esuberi e migliorie dal punto di vista ambientale. Avremo, rispetto al piano precedente, il 20% in meno di emissioni, la copertura dei parchi entro il 2019 e per metà entra otto mesi. Non basta, perché Taranto ha bisogno di investimenti in cultura, turismo e aziende. Io voglio portare investitori che aprano altre attività produttive, pulite e che diano lavoro a giovani e non. Lo voglio fare da ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico nonché da vice premier perché tutto il governo deve essere impegnato su quella città. L'Italia ha un grande debito con i tarantini».

Anche ieri il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è tornato a ribadire come la sua soluzione al problema ambientale e di salute creato dall'azienda tarantina sia la decarbonizzazione di ILVA. «Per quanto riguarda l'impatto ambientale - ribatte Di Maio - siamo impegnati a creare la figura del poliziotto ambientale. Dobbiamo lavorare su quello per far sì che gli impegni presi da Mittal siano mantenuti al minuto. Allo stesso tempo dobbiamo avviare bonifiche e riorganizzazioni di tutti gli impianti industriali adiacenti perché Taranto non ha solo ILVA ma anche tanti altri insediamenti inquinanti che dobbiamo monitorare».

Altro punto all'ordine del giorno in Puglia è il gasdotto TAP di San Foca, su cui il ministro dello Sviluppo Economico chiarisce: «Il M5S era ed è "No-TAP". Il dossier è sul tavolo del presidente del Consiglio ma non si può prescindere dal dialogo con le comunità locali, a partire da sindaco, cittadini e comitati che si battono contro quell'opera».

«Con Salvini ci intendiamo al volo - conclude Di Maio. Stiamo facendo un bel lavoro di squadra; siamo un governo che va avanti sui fatti e raggiunge ottimi obiettivi. Abbiamo dimostrato che la rotta si poteva invertire: abbiamo abolito la pubblicità sul gioco d'azzardo, tolto i vitalizi agli ex parlamentari, fatto una legge sulle delocalizzazioni che non fa più andar via le aziende che prendono soldi dallo Stato e spostano i macchinari in Romania. Abbiamo dismesso l'air force di Renzi, abbiamo fatto la legge anti corruzione che adesso inizierà l'esame in Parlamento e abbiamo tolto quella vergogna di legge sulle intercettazioni che impediva ai magistrati di intercettare i politici. Abbiamo, inoltre, messo in campo politiche sull'immigrazione che hanno fermato gli sbarchi. La legge di bilancio cambierà la qualità della vita degli italiani; possiamo andare avanti ed essere felici del fatto che siamo sulla strada giusta».
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