Il Consiglio Regionale della Puglia approva il Reddito di Dignità

5 milioni per il primo anno. Protesta del Movimento 5 Stelle

mercoledì 2 marzo 2016 13.10
Il consiglio regionale della Puglia ha approvato a maggioranza, con 30 voti favorevoli e nove contrari, il disegno di legge in materia di reddito di dignità, contenente misure di contrasto alla povertà e in favore dell'inclusione sociale volute dalla giunta del governatore Michele Emiliano. L'istituzione del Reddito di Dignità regionale, servirà al sostegno economico ed all'inclusione sociale attiva delle persone e dei rispettivi nuclei familiari, la cui situazione economica non consenta di disporre dei mezzi sufficienti ad una vita dignitosa. Lo stesso è una misura di integrazione del reddito, considerata come strumento di contrasto alla povertà assoluta e un programma di inserimento sociale e lavorativo in cui l'indennità economica è accompagnata da un patto di inclusione sociale attiva che il nucleo familiare beneficiario, attraverso un suo componente, stipula con i servizi sociali locali, il cui rispetto è condizione per la fruizione del beneficio.

Possono accedere al Reddito di Dignità regionale, tutte le persone e le famiglie residenti in Puglia da almeno dodici mesi dalla data di presentazione della istanza che si trovino in una condizione di fragilità e vulnerabilità socioeconomica e che siano disponibili a sottoscrivere il patto individuale di inclusione sociale attiva. Accedono, inoltre, i cittadini comunitari ovvero i cittadini stranieri che possano dimostrare di avere la propria residenza, ovvero il luogo in cui hanno la dimora abituale in uno dei Comuni pugliesi da almeno dodici mesi. Potranno accedere al Reddito di Dignità i richiedenti con ISEE familiare non superiore ad euro 3.000,00, soglia che potrà essere elevata in presenza di ulteriori disponibilità finanziarie, con apposito provvedimento di Giunta regionale. In prima applicazione, l'ammontare mensile del Reddito di Dignità regionale non potrà superare l'importo di 600,00 euro erogabile per un nucleo familiare con 5 componenti, limite massimo che è rimodulato per le famiglie di diversa composizione applicando la scala di equivalenza ISEE.

Hanno votato contro le opposizioni di centrodestra (Fi e CoR). Non hanno partecipato al voto i consiglieri del Movimento 5 Stelle che per protesta, dopo che l'Ufficio di presidenza non ha ammesso i loro emendamenti, hanno abbandonato l'aula seguendo i lavori tra il pubblico.