Zona arancione, monta il malcontento. "Emiliano riveda l'ordinanza"

Sindaci in riunione. Ad Andria e Barletta ristoratori in piazza

lunedì 7 dicembre 2020 20.22
Associazione di categoria, esercenti e ristoratori sul piede di guerra nei 4 comuni della BAT interessati dall'ordinanza che ripristina la zona arancione. I sindaci in questo momento sono in riunione telematica per valutare eventuali richieste da sottoporre al governatore. Intanto sia Barletta che ad Andria i ristoratori sono scesi in piazza e chiedono il ritiro immediato dell'ordinanza, lamentando le conseguenze economiche che il provvedimento del governatore avrà su una categoria che già sta risentendo della chiusura legata all'emergenza sanitaria

Il direttore di Confcommercio Bari-Bat, Leo Carriera, nonché delegato di Bisceglie, insieme ai colleghi di alcune delle città interessate dall'ordinanza, Claudio Sinisi delegato di Andria e Francesco Divenuto, di Barletta, dicono "no a decisioni prese dalla sera alla mattina". "Non è possibile – sostengono – che si stabiliscano misure simili dall'oggi al domani, soprattutto perché interessano il settore del food le cui materie prime e prodotti sono freschi e deperibili e quindi vanno utilizzati subito. Non entriamo nel merito della decisione presa ma contestiamo il metodo applicato: i titolari di ristoranti ma anche di bar avevano acquistato tutti i prodotti per lavorare, le cucine sono già all'opera per la preparazione del menù dell'Immacolata, i frigoriferi sono pieni e pronti per soddisfare le richieste dei clienti".

"Non si può dire ora di richiudere da domani. È impensabile. Si tratta inoltre di una categoria già fortemente provata, molti sono alle pezze, ora si sta davvero esagerando. Non possiamo che aggiungere la nostra voce al coro di disperazione che si sta levando in queste ore e chiedere al presidente della Regione Puglia di rivedere l'ordinanza facendola entrare in vigore dal 9 dicembre e estendendola semmai all'intero territorio provinciale per non penalizzare nessuno. Oppure di prevedere subito un possibile ristoro di emergenza per il grave danno economico causato da questa ordinanza", conclude Carriera.