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Coldiretti Puglia: «Con guerra e globalizzazione circa 200 malattie di origine alimentare»

L'analisi del mercato e dei prodotti fa emergere un quadro critico. La denuncia di produttori e consumatori

Per effetto del conflitto in Ucraina e della globalizzazione, sta crescendo la minaccia di rischi alimentari in tutto il mondo: è quanto emerge dall'analisi di Coldiretti Puglia, in occasione della quarta Giornata mondiale della sicurezza degli alimenti dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) che si festeggia il 7 giugno.

«Si tratta di prodotti che spesso vengono proposti sui banchi di vendita come se fossero Made in Italy, dove oltre alla concorrenza sleale si profila un grave danno per gli agricoltori e per la salute dei consumatori. Si tratta di una competizione inaccettabile con i prodotti simbolo della Puglia, dalle olive alle melegrane, dal peperoncino ai legumi, dagli ortaggi alla frutta, in una regione che, secondo i dati ISMEA, è prima in Italia per la coltivazione di ortive, seconda per frutteti, terza per i legumi» è la denuncia di Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.

Attualmente sono già scattati otto allarmi alimentari su dieci a causa di cibi provenienti dall'estero. In Puglia arrivano prodotti come grano, ciliegie, carciofi e uva da tavola da diversi Paesi europei e non, e questo alza i rischi legati al trasporto e ai diversi parametri di produzione con l'utilizzo di sostanze vietate in Italia.

Secondo l'analisi di Coldiretti, la maggioranza dei cittadini ritiene sia inutile imporre alle imprese locali leggi sempre più severe se poi si consente a imprese o a interi settori produttivi esteri di invadere il mercato italiano con prezzi stracciati, magari sfruttando il ricorso a lavoro semischiavistico o minorile o, anche, a produzioni senza rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale

«Occorre garantire che le importazioni di prodotti da paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee» ha concluso Coldiretti.
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