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Associazioni
Collettivo Teatrale Spinazzolese: un ponte tra storia, tradizioni locali e dialetto
Da anni, il collettivo valorizza le tradizioni locali di Spinazzola, cercando di coinvolgere le giovani generazioni
Spinazzola - sabato 20 dicembre 2025
10.24
Sono andati in scena il 6, 7 e 8 dicembre i due spettacoli "La Sugg'zion" e la "Bonuscejt", realizzati dal Collettivo Teatrale Spinazzolese, che ancora una volta conferma il suo ruolo di custode vivo delle tradizioni locali di Spinazzola.
I due atti unici di Vincenzo Petroli, intitolati "La Sugg'zion" e la "Bonuscejt", sono andati in scena presso la sala "Aurora Salomone" della parrocchia di Maria Santissima Annunziata di Spinazzola ed hanno riscosso un grande successo di pubblico.
Entrambi gli spettacoli sono stati scritti negli anni '90. Il primo, la "Sugg'zion" (la soggezione), è una gag esilarante basata sull'ambiguità della parola stessa, in cui i due protagonisti, che si trovano all'interno di un ufficio comunale, danno vita ad una serie di equivoci.
Il secondo, la "Bonuscejt" (la buonuscita), è un atto unico brillante che racconta la storia di Lucia, una madre che vive con i suoi due figli, il marito e l'anziano suocero, che scopre casualmente che i due figli fanno uso di spinelli. Il nonno trova nelle tasche dei pantaloni del nipote uno spinello e, convinto che fosse una sigaretta, se la fuma insieme al figlio. Dopo una serie di situazione comiche, tra risate e momenti di tenerezza, Lucia prende la decisione di cacciare di casa i due figli, concedendo loro anche una sorta di "buonuscita" emotiva fatta di rimproveri, regole da rispettare e conti in sospeso.
«La storia del Collettivo Teatrale Spinazzolese - spiega il presidente Antonio Bruno - è datata: la prima rappresentazione è andata in scena nel 1982 ed era una nostra produzione. Abbiamo dato vita a circa 50 lavori in 43 anni, di cui la maggior parte sono stati scritti da un maestro di scuola elementare, socio fondatore della compagnia. È stato lui, insieme ad un gruppo di suoi allievi, a crederci tanto. All'inizio non si pensava che saremmo andati avanti così a lungo; in effetti quando abbiamo iniziato io avevo 14-15 anni ed oggi sono diventato il presidente del Collettivo: è una sensazione bellissima. Il teatro dilettantistico purtroppo viene spesso sottovalutato. Io credo invece che il teatro sia disciplina e la mia generazione ha saputo coglierne gli obiettivi. Anche oggi, con le nuove generazioni, l'obiettivo resta sempre lo stesso: fare teatro, promuovere la cultura di Spinazzola e valorizzare il dialetto».
Il presidente ed il vicepresidente del Collettivo raccontano che, durante le ultime due rappresentazioni portate in scena nelle giornate del 6, 7 e 8 dicembre, erano presenti anche dei ragazzini di 12-13 anni, e quando usciva fuori qualche parola in dialetto, erano curiosi di conoscerne il significato.
«In tutte le nostre rappresentazioni - prosegue il presidente - si avvicendano storie molto simpatiche che intrecciano la cultura locale, il dialetto e le nostre radici. Oltre alle storie locali, abbiamo anche portato in scena trasposizioni in dialetto di lavori di Molière e Eduardo. Negli anni abbiamo avuto un cavallo di battaglia che abbiamo portato anche in altre città italiane: a Verbania (città gemellata con Spinazzola), a Torino e a Milano. Durante la pandemia abbiamo avuto un periodo di stop, ma grazie alla volontà dei membri del collettivo siamo andati avanti».
Il gruppo è stato fondato nell'estate dell'81 da un gruppo di ragazzi dell'Azione Cattolica degli anni '50, e grazie al primo presidente del gruppo, scomparso lo scorso anno, il gruppo è andato avanti consolidandosi sempre di più. Oggi il collettivo è composto da una trentina di soci spinazzolesi, che hanno dai 14 anni agli 86 anni.
«In particolare, ricordo una bella esperienza con un gruppo di Verbania: quando ci fu il gemellaggio, facemmo uno scambio ed il loro gruppo venne qui a Spinazzola, portando una loro rappresentazione in dialetto piemontese. Inoltre, dopo due anni dalla nascita dell'associazione, gli incassi dei primi due lavori furono devoluti in beneficenza all'AIRC. Oggi il nostro obiettivo è quello di andare avanti, cercando di coinvolgere ed avvicinare le giovani generazioni», conclude il presidente.
I due atti unici di Vincenzo Petroli, intitolati "La Sugg'zion" e la "Bonuscejt", sono andati in scena presso la sala "Aurora Salomone" della parrocchia di Maria Santissima Annunziata di Spinazzola ed hanno riscosso un grande successo di pubblico.
Entrambi gli spettacoli sono stati scritti negli anni '90. Il primo, la "Sugg'zion" (la soggezione), è una gag esilarante basata sull'ambiguità della parola stessa, in cui i due protagonisti, che si trovano all'interno di un ufficio comunale, danno vita ad una serie di equivoci.
Il secondo, la "Bonuscejt" (la buonuscita), è un atto unico brillante che racconta la storia di Lucia, una madre che vive con i suoi due figli, il marito e l'anziano suocero, che scopre casualmente che i due figli fanno uso di spinelli. Il nonno trova nelle tasche dei pantaloni del nipote uno spinello e, convinto che fosse una sigaretta, se la fuma insieme al figlio. Dopo una serie di situazione comiche, tra risate e momenti di tenerezza, Lucia prende la decisione di cacciare di casa i due figli, concedendo loro anche una sorta di "buonuscita" emotiva fatta di rimproveri, regole da rispettare e conti in sospeso.
«La storia del Collettivo Teatrale Spinazzolese - spiega il presidente Antonio Bruno - è datata: la prima rappresentazione è andata in scena nel 1982 ed era una nostra produzione. Abbiamo dato vita a circa 50 lavori in 43 anni, di cui la maggior parte sono stati scritti da un maestro di scuola elementare, socio fondatore della compagnia. È stato lui, insieme ad un gruppo di suoi allievi, a crederci tanto. All'inizio non si pensava che saremmo andati avanti così a lungo; in effetti quando abbiamo iniziato io avevo 14-15 anni ed oggi sono diventato il presidente del Collettivo: è una sensazione bellissima. Il teatro dilettantistico purtroppo viene spesso sottovalutato. Io credo invece che il teatro sia disciplina e la mia generazione ha saputo coglierne gli obiettivi. Anche oggi, con le nuove generazioni, l'obiettivo resta sempre lo stesso: fare teatro, promuovere la cultura di Spinazzola e valorizzare il dialetto».
Il presidente ed il vicepresidente del Collettivo raccontano che, durante le ultime due rappresentazioni portate in scena nelle giornate del 6, 7 e 8 dicembre, erano presenti anche dei ragazzini di 12-13 anni, e quando usciva fuori qualche parola in dialetto, erano curiosi di conoscerne il significato.
«In tutte le nostre rappresentazioni - prosegue il presidente - si avvicendano storie molto simpatiche che intrecciano la cultura locale, il dialetto e le nostre radici. Oltre alle storie locali, abbiamo anche portato in scena trasposizioni in dialetto di lavori di Molière e Eduardo. Negli anni abbiamo avuto un cavallo di battaglia che abbiamo portato anche in altre città italiane: a Verbania (città gemellata con Spinazzola), a Torino e a Milano. Durante la pandemia abbiamo avuto un periodo di stop, ma grazie alla volontà dei membri del collettivo siamo andati avanti».
Il gruppo è stato fondato nell'estate dell'81 da un gruppo di ragazzi dell'Azione Cattolica degli anni '50, e grazie al primo presidente del gruppo, scomparso lo scorso anno, il gruppo è andato avanti consolidandosi sempre di più. Oggi il collettivo è composto da una trentina di soci spinazzolesi, che hanno dai 14 anni agli 86 anni.
«In particolare, ricordo una bella esperienza con un gruppo di Verbania: quando ci fu il gemellaggio, facemmo uno scambio ed il loro gruppo venne qui a Spinazzola, portando una loro rappresentazione in dialetto piemontese. Inoltre, dopo due anni dalla nascita dell'associazione, gli incassi dei primi due lavori furono devoluti in beneficenza all'AIRC. Oggi il nostro obiettivo è quello di andare avanti, cercando di coinvolgere ed avvicinare le giovani generazioni», conclude il presidente.






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