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La Puglia è la seconda regione più bio d’Italia

Spinta salutista per effetto covid con un aumento dell’11% dei consumi di prodotti biologici

La spinta salutista per effetto della preoccupazione causata dal Covid ha portato ad un aumento dell'11% dei consumi dei prodotti agroalimentari biologici, con la Puglia che rappresenta il 20,5% delle superfici coltivate a bio. È quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati B/Open sui consumi di biologico registrati nel periodo del lungo lockdown che hanno fatto registrare una maggiore propensione agli acquisti di prodotti bio.

«In Puglia si sta assistendo ad un processo di stabilizzazione e normalizzazione rispetto alla diffusione del metodo biologico registrato negli ultimi anni, mentre contestualmente continua l'aumento tendenziale dei consumi, delle ditte di trasformazione e dei servizi connessi alla filiera dell'agricoltura biologica come agriturismi, mense bio, ristoranti e operatori certificati», dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

La Puglia è la seconda regione più bio d'Italia, con 264mila ettari coltivati e 9275 operatori, dove – aggiunge Coldiretti Puglia - nonostante la contrazione dei consumi, sono aumentati nei primi 5 mesi del 2020 i consumi familiari di alimenti biologici.

La grande richiesta dei consumatori di cibo biologico ha portato alla realizzazione nei Mercati di Campagna Amica di spazi destinati alle produzioni agroalimentari biologiche, oltre alle Botteghe Italiane completamente bio e numerosi agriturismo di Campagna Amica che hanno impostato la ristorazione proprio sulle produzioni aziendali bio. Proprio a Villa Castelli (Brindisi) c'è l'unico agriturismo del Sud Italia dotato di una piscina biologica.

«Altro punto centrale del nostro progetto sul biologico – continua il presidente Muraglia – è l'attenzione alla sicurezza alimentare nei servizi di ristorazione collettiva, divenuto un preciso dovere degli enti locali (Comuni, Province e Regioni). Il settore biologico può diventare uno strumento di valorizzazione e un bacino di approvvigionamento di prodotti di alta qualità e un valore aggiunto per gli enti pubblici sensibili alla corretta alimentazione di adulti e bambini», conclude Muraglia.

Le pratiche bio interessano tutti i comparti agricoli olivo (32%), cereali (22%), vite (6%), frutta (2%), dove anche rispetto al segmento dell'acquacoltura biologica 3 impianti sono pugliesi, aggiunge Coldiretti Puglia.

La continua richiesta di prodotti freschi e di stagione stimola l'imprenditore biologico a ricercare ulteriori forme di contatto commerciale con il consumatore. I timori dei consumatori, innescati dal Codiv e soprattutto dagli scandali alimentari, si sono tradotti – conclude Coldiretti Puglia - in una seria preoccupazione per la sicurezza alimentare e in una domanda crescente di garanzie di qualità e maggiori informazioni sui metodi di produzione.
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