Xylella, i frantoi di Spinazzola ancora in attesa degli aiuti previsti dal decreto

Il presidente della Cia, Sicolo: «Ritardi incomprensibili alla luce degli impegni presi»

giovedì 12 maggio 2022 11.17
Nei territori colpiti da xylella non sono ancora stati erogati i fondi della seconda e terza annualità degli interventi compensativi in loro favore previsti dal decreto ministeriale del marzo 2020 (n. 2484). La Cia Agrigoltori Italiani della Puglia ha inviato una nota ufficiale indirizzata al ministro per le politiche agricole Patuanelli e al direttore di Agea, Gabriele Papa Pagliardini.

«Come è noto, la Misura del Decreto ha l'obiettivo di sostenere frantoi oleari e cooperative di trasformazione nel settore oleario attivi nell'area infetta da Xylella fastidiosa e che hanno ridotto o interrotto l'attività molitoria e hanno subito un decremento della produzione di olive – ha spiegato Gennaro Sicolo, presidente Cia Puglia -. Si tratta di una misura verso la quale numerosi frantoi operanti nell'area interessata dalla Xylella fastidiosa hanno riposto molta attenzione e fiducia per vedere ripristinata la propria potenzialità produttiva, a causa della mancata produzione e di conseguenza della mancata trasformazione registratesi negli ultimi anni».

Nella nota, l'organizzazione sindacale ha ribadito che «da tempo i frantoi aspettano la possibilità di poter inviare le domande per il riconoscimento della seconda e terza annualità, alla luce anche delle risultanze del Tavolo Xylella convocato dal MIPAAF in data 11 novembre 2021, durante il quale era stata assicurata l'imminente riapertura delle domande con una messa a disposizione di ulteriori risorse economiche. Questi ulteriori ritardi mal si conciliano, dunque, con le aspettative di aziende che da anni vivono una crisi economica senza precedenti». La richiesta al ministero e ad Agea è di un intervento incisivo «al fine di consentire al più presto ai frantoi di poter presentare le relative domande per la seconda e terza annualità già previste nel primo decreto, in modo da non compromettere ulteriormente il futuro di centinaia di aziende ricadenti nelle aree interessate, da anni in forte difficoltà al pari dell'intero comparto agricolo salentino».